Autore: Chiara Samorì
Data di pubblicazione: 09 agosto 2024
Ottimizzare la fiscalità del patrimonio per ridurre l’impatto fiscale
Ottimizzare la fiscalità del patrimonio per ridurre l’impatto fiscale
di Chiara Samorì, giornalista di We Wealth
Con la crescente complessità delle normative fiscali e con un ambiente economico in continua evoluzione, è fondamentale per individui e famiglie e per i professionisti che li assistono comprendere e implementare strategie efficaci per l'ottimizzazione fiscale, attraverso le quali ridurre il peso contributivo che grava sul patrimonio, proteggendone al contempo gli asset e massimizzandone la crescita riducendo le passività fiscali in modo efficiente e conforme alle normative vigenti. Vediamo come fare.
Identificare la struttura fiscale…
Il primo passo per una gestione fiscale ottimale è una profonda comprensione della struttura fiscale attuale del cliente. Questo include l'analisi di tutte le fonti di reddito, gli investimenti esistenti, le proprietà immobiliari e altri beni significativi, considerando le implicazioni fiscali a livello locale e, ove i clienti detengano asset in più giurisdizioni, anche internazionale.
…per massimizzare i vantaggi nel breve termine…
Una volta delineata la struttura fiscale del cliente è il momento di passare alla pianificazione fiscale. Nel breve termine questo significa affrontare le questioni fiscali immediate, massimizzando i benefici legati alle deduzioni (ad esempio i contributi pensionistici) e alle detrazioni (ad esempio le spese sanitarie).
La deduzione fiscale fa riferimento ad un abbattimento del reddito imponibile, con una conseguente aliquota minore dell’imposta dovuta.
Mentre la detrazione fiscale comporta un abbattimento dell’imposta lorda pari a una determinata percentuale dell’onere detraibile.
La corretta applicazione è un passaggio fondamentale che può influenzare positivamente l’ammontare dell’imposta dovuta dal contribuente.
…e nel lungo.
Nel lungo termine invece, la pianificazione fiscale serve a predisporre un contesto favorevole che agevoli il ritorno fiscale del contribuente, con particolare riguardo alla pensione e alla successione.
L’investimento in fondi pensione, polizze assicurative sulla vita e trust sono solo alcuni esempi di strumenti che possono essere utilizzati per gestire il patrimonio in maniera fiscalmente efficiente.
Questi strumenti non solo aiutano a differire le imposte, ma possono anche offrire vantaggi in termini di eredità e protezione dei beni, bilanciando allo stesso tempo il portafoglio e rendendolo in grado di offrire contemporaneamente rendimenti solidi e benefici fiscali significativi.
Strategie di ottimizzazione fiscale: alcuni esempi
Un primo strumento è il c.d. differimento fiscale, particolarmente utile per gli investimenti a lungo termine. Ad esempio, i capitali investiti o accantonati in una polizza vita sono tassati al momento in cui il capitale assicurato entra nella disponibilità del beneficiario. Ciò permette agli investimenti di crescere attraverso il meccanismo della capitalizzazione composta degli interessi senza il peso dell'imposizione fiscale di breve termine, posticipando l’onere contributivo.
Per i clienti con un portafoglio internazionale, anche la diversificazione geografica può svolgere un ruolo significativo nella minimizzazione delle passività fiscali. Ogni Paese offre infatti un regime fiscale diverso, e posizionare alcuni investimenti in giurisdizioni a bassa imposizione fiscale può essere vantaggioso. Tuttavia, è vitale procedere con cautela e sempre in conformità con le norme sulla trasparenza fiscale e contro l'evasione fiscale internazionale. L'ultimo decennio, infatti, ha visto un significativo aumento delle normative internazionali volte a combattere l'evasione fiscale e strumenti come lo scambio automatico di informazioni tra Paesi richiedono un approccio prudente e informato alla pianificazione fiscale.
Ancora, un'altra tattica include la vendita strategica di attivi per realizzare perdite, che possono essere compensate con altri guadagni, riducendo così l'imposta complessiva sulle plusvalenze. Questo approccio, noto come "tax loss harvesting", è particolarmente utile verso la fine dell'anno fiscale quando si bilanciano le plusvalenze e le minusvalenze.
Focus: il trust e i vantaggi della tassazione in uscita
Come citato sopra, anche il trust si rivela uno strumento di wealth planning e protezione patrimoniale., «Si tratta di uno strumento estremamente versatile ed efficiente che può, al contempo, consentire di operare una vantaggiosa pianificazione fiscale del trasferimento della ricchezza familiare» sottolinea l’Avvocato Massimiliano Campeis, dello Studio Campeis.
«La recente circolare n. 34/E del 2022 dell’Agenzia delle Entrate – precisa - recependo il consolidato orientamento della giurisprudenza, prevede che tanto l’istituzione del trust, quanto gli atti di dotazione effettuati dal disponente, siano soggetti alla sola imposta di registro in misura fissa; mentre il presupposto impositivo dell’imposta sulle successioni e donazioni si verificherà solamente quando i beni vincolati in trust siano attribuiti ai beneficiari (ad eccezione del caso in cui vi siano beneficiari individuati o individuabili titolari di diritti pieni ed esigibili, nel qual caso la tassazione avverrà “in ingresso”).
In tal modo è possibile operare una pianificazione del patrimonio, con prospettiva anche di lunghissimo termine, differendo l’applicazione dell’imposta al momento finale dell’attribuzione ai beneficiari: nel mentre, il fondo genererà redditi, che saranno soggetti ad imposizione diretta (in capo al trustee, in caso di trust opaco, ovvero direttamente in capo ai beneficiari, in caso di trust “trasparente”) e potranno essere distribuiti ai beneficiari, od accantonati e reinvestiti».
«Un’ulteriore opportunità di assoluto interesse si apre alla luce dello schema di Decreto Legislativo recentemente approvato dal Governo (e che dovrebbe entrare in vigore il 1° gennaio 2025) – ricorda infine l’Avvocato - in base allo stesso sarà offerta la possibilità di scegliere tra la tassazione “in uscita” sopra descritta e la tassazione “in entrata”: in forza di tale seconda opzione, al momento dell’apporto in trust il disponente potrà versare volontariamente – in via definitiva - l’imposta di donazione nella misura attualmente vigente, proteggendo così il patrimonio familiare da possibili futuri inasprimenti fiscali».
In conclusione
L’ottimizzazione fiscale richiede una conoscenza approfondita delle diverse strategie e tattiche disponibili: attraverso una combinazione intelligente di deduzioni fiscali, crediti d’imposta, investimenti fiscali e una pianificazione fiscale oculata sia a breve sia a lungo termine, è possibile ottimizzare il risparmio.
Non deve essere tuttavia dimenticato che occorre valutare ogni strategia fiscale alla luce del quadro legale e regolatorio di riferimento, avvalendosi di un professionista che conosca bene la normativa fiscale nazionale e internazionale. Questo assicurerà non solo conformità e tutela del patrimonio del cliente, ma permetterà di costruire un rapporto di fiducia duratura tra il cliente contribuente e i professionisti che lo assistono nella gestione del patrimonio.
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