
Autore: Banca Widiba
Data di pubblicazione: 18 dicembre 2025
Rally di Natale: fenomeno reale o finanza comportamentale?
È ormai dicembre inoltrato, l’ultimo mese dell’anno nonché il periodo del cosiddetto “rally di Natale”, il tradizionale aumento dei listini azionari a dicembre, in particolare negli ultimi cinque giorni dell’anno e nei primi due dell’anno successivo.
Ma questo fenomeno esiste davvero o è solo una leggenda metropolitana?
Rally di Natale: dato reale o credenza infondata?
Il rally di Natale non è una leggenda irrazionale, ma ha una sua logica: l’aumento delle quotazioni azionarie sarebbe legato ad una serie di ragioni, soprattutto psicologiche.
Infatti gli investitori tipicamente sono più disposti ad acquistare perché si aspettano un rialzo dei titoli azionari nel corso del mese di gennaio (cd. “effetto gennaio”). Allo stesso tempo, se vedono gli indici salire durante i primi giorni di dicembre, possono essere portati a pensare che il rally abbia avuto inizio e cominciare a investire a loro volta facendo effettivamente salire i prezzi nel mercato azionario.
Bisogna poi considerare il fatto che dicembre è il mese dei bonus di fine anno, quindi denaro in più da investire nel mercato.
Ma allora, l’effetto sul mercato azionario è reale? Non c’è alcuna garanzia che il rally si verifichi puntualmente ogni anno. Molti esperti sostengono che il rally di Natale non sia un fenomeno costante, ma risulti essere una casualità.
Questo non significa però che non ci siano dei dati storici a supporto. Il termine “Rally di Natale” infatti è stato coniato nel 1972 da Yale Hirsh, l’autore dello "Stock Trader's Almanac", che ha osservato come l'S&P 500 avesse guadagnato in media l'1,5% nel periodo di sette giorni compreso tra il 1950 e il 1971. Negli anni successivi si è assistito ad una ripetizione di questo schema: dal 1950, in questo periodo l’S&P 500 ha registrato un guadagno medio dell’1,3% e una probabilità di rialzo del 79%, come rileva Investopedia.
Dicembre 2025: regali o carbone?
Chiedersi che cosa ci si può aspettare da qui alla fine di dicembre significa entrare in una zona insidiosa, legata ad un periodo colmo di avvenimenti e dati macroeconomici. In particolare, le decisioni delle banche centrali di questo mese in merito alla politica economica rivestono un ruolo cruciale nel determinare la direzione che imboccheranno i mercati: il loro impatto sui listini è spesso dettato dalla rapidità con cui il mercato sconta le aspettative. L'ottimismo riguardo un taglio dei tassi da parte della Fed, ad esempio, era già stato prezzato precedentemente.
Pertanto, la vera sfida non risiede nel prevedere la politica monetaria, ma nel comprendere se la quotazione attuale rifletta già completamente lo scenario futuro atteso, lasciando potenzialmente poco margine per ulteriori "regali" stagionali.
Il rally sotto la lente della finanza comportamentale
Il Rally di Natale (o “Rally di Babbo Natale”) è un fenomeno mosso in forte misura da pressioni psicologiche, ma questo non lo rende meno interessante agli occhi degli esperti nel settore economico. Al contrario: la finanza comportamentale è quella branca di studi economici che da sempre si occupa delle forze intrinseche alla natura dell’uomo che lo spingono ad assumere determinati comportamenti finanziari piuttosto che altri.
I comportamenti gregari assunti dalle masse in determinati contesti, in particolare negli investimenti, sono un fenomeno tipicamente studiato dalla finanza comportamentale.
In questo particolare scenario, le masse potrebbero essere mosse da un’euforia stagionale che caratterizza il periodo finale dell’anno.
Tale euforia andrebbe però bilanciata con una gestione selettiva e diversificata.
La vera disciplina finanziaria, come ci insegna la finanza comportamentale, non risiede nel cedere all'euforia stagionale, ma nel mantenere una strategia d'investimento bilanciata e di lungo termine, focalizzata sui fondamentali aziendali. Solo così si possono massimizzare le possibilità di ricevere "regali" duraturi anziché "carbone" a fine anno.
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